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Stramaccioni: «Non è detto
che giochi dall'inizio»
Dubbi sulla sua tenuta
LAURA BANDINELLI
MILANO
L’Inter fa visita al Torino e Andrea Stramaccioni si interroga se è il caso di affidarsi nuovamente ad Antonio Cassano. I numeri lo spingono in campo e pure l’intesa con Sneijder e Milito gioca a suo favore. Antonio quando vede il Toro si scatena, media gol di una rete ogni 93 minuti: otto sfide, cinque realizzazioni.
Insomma un vero e proprio amuleto. Il passato aiuta ad essere ottimisti, ma per lui gli esami non finiscono mai. L’Inter lo protegge, ma fuori dalla Pinetina sono pronti i fucili. Quando c’è di mezzo FantAntonio, la normalità non esiste. Ha gestito con acredine il suo addio al Milan per approdare all’Inter e adesso ha pure il problema della Nazionale. Prandelli, infatti, continua a non convocarlo e viene il sospetto che non sia solo una questione tecnica. Durante i giorni di ritiro all’Europeo, Antonio ha sentito più di una volta il desiderio di unirsi alla sua famiglia, ottenendo un trattamento particolare rispetto ai suoi compagni. Gli stessi che sembravano concedergli tutto adesso gli hanno voltato le spalle. Pure chi è rimasto al Milan e si professava suo amico non ha sentito il bisogno di spendere una buona parola per lui. La frattura c’è ed ha contagiato pure l’ambiente della Nazionale.
L’Inter è l’ultimo paradiso che gli resta. Ogni partita diventa un’occasione per far parlare di sè in maniera benevola, nella speranza di sentirsi sempre più calciatore e meno ribelle. Per adesso il campo ha dato le risposte giuste: due gare giocate, una rete e due assist. Pochi gossip anche sul suo stile di vita. Carolina Marcialis twitta la foto di un rotolino alla nutella, senza che nessuno faccia riferimento alla bilancia del marito, anzi c’è chi addirittura pensa che sia dimagrito e lei naturalmente conferma: «Antonio ha perso tre chili». Finché gioca e segna non ci sono problemi.
La sosta gli ha dato la possibilità di lavorare per mettere benzina nelle gambe ma Stramaccioni non se l’è sentita di dare certezze sull’argomento, l’autonomia di Antonio quindi resta un mistero: «Questo è un discorso che dipende anche da altro, perché potrei decidere di non metterlo dall’inizio». Stramaccioni l’ha voluto e deve dimostrare di saperlo gestire a costo di sacrificare Palacio. Per adesso la parola del tecnico romano è indiscutibile. Contro il Torino però non si dovrà sbagliare quasi niente. Stramaccioni avverte: «Ventura ha saputo dare un’impronta importante e ha il vantaggio di conoscere bene i suoi».
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