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Dopo Nokia, anche Apple e l'iPhone 5 non scuotono la Borsa

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FRAWWE5
CAT_IMG Posted on 13/9/2012, 12:49     +1   -1




iphone5

Leggero, sottile, potente, con un display più grande: ecco la sesta generazione dello smartphone Apple con Siri anche in italiano. Ma il nuovo connettore Lighting non è compatibile con tutti i vecchi accessori e la Nano-Sim è uno standard appena nato

Phil Schiller un po' ci marcia: “Con la fotocamera dell'iPhone 5 i vostri bambini sembreranno più felici e l'oceano più blu”. Poi diventa serio, quando annuncia il “più veloce, più leggero e più sottile iPhone di sempre”. Anzi, "il più sottile smartphone del mondo", con i suoi 7,6 millimetri di spessore, il 18 per cento meno del modello attuale.
Sul palco dello Yerba Buena Center For Arts di San Francisco è salito per primo Tim Cook, Ceo di Apple, che parlato degli Store (“li hanno visitati 83 milioni di persone nell'ultimo trimestre, un milione al giorno”), poi dell'iPad (“abbiamo il 68 per cento del mercato, ma il 91 per cento del traffico dati da tablet: vuol dire che gli altri li usano come fermaporte?”). Disinvolto e a tratti perfino divertente, Cook non ha mai citato Steve Jobs, né quando ha parlato dell'iPhone, cui lavorò fino a pochi giorni prima della morte, né quando, prima di lanciare i nuovi iPod, ha ricordato che la musica sia nel Dna di Apple. Tutto perfetto, o quasi, a parte una slide con un dato sbagliato, di cui quasi nessuno s'è accorto, ma sono mancati la magia di Jobs e il suo potere di distorcere la realtà per far sembrare la tecnologia un miracolo.

Le caratteristiche
Così l'iPhone 5, che è in realtà la sesta generazione dello smartphone con cui Apple ha rivoluzionato il mondo della telefonia, non si può definire una rivoluzione. È un apparecchio dalle caratteristiche avanzate, in linea con il top dei concorrenti, prodotto con la solita instancabile cura di Apple per i dettagli (“Tra un esemplare e l'altro la differenza è al massimo di qualche micron”, racconta il designer Jonathan Ive). Ha un processore A6 due volte più potente del 4S, batteria migliorata, fotocamera con vetro zaffiro antigraffio, cinque lenti e funzione panorama (che su Android c'è già da tempo). E un display più alto, da 4 pollici anziché 3,5, come era fin dal primo iPhone, perché ormai i top di gamma dei concorrenti sfiorano i 5 pollici e a volte li superano. Apple ha scelto di lasciare invariata la larghezza, quindi l'iPhone 5 è facile da impugnare, non costringe a rischiare di slogarsi il pollice per digitare messaggi e mail. Il display ha colori più saturi, ma è anche più sottile perché integra in un solo pannello lo schermo e lo strato per i comandi tattili (ma allora se il vetro si rompe, pure il touchscreen non funzionerà più?).
Non manca la connessione LTE, più veloce perfino dell'Adsl di casa: Tim, Tre e Vodafone si dicono pronte, ma l'offerta commerciale del 4G da noi deve ancora partire, e chissà che l'iPhone 5 non sia la spinta giusta. Così, se gli Usa ci guadagnano mezzo punto di Pil, come sostiene Reuters, almeno l'Italia potrebbe sperare di veder decollare una tecnologia che in altri Paesi è già realtà.

Primo contatto
Insomma, l'iPhone 5, che arriva negli Usa il 21 settembre e in Italia una settimana dopo, avrebbe tutto per entusiasmare, e invece sulla carta sembra un po' noioso. Anche perché, certo, il design è diverso dal modello attuale, ma nemmeno poi tanto. Invece, a toccarlo, l'alluminio si rivela robusto e piacevole al tatto, il telefono sorprendentemente leggero, la differenza in altezza a stento si nota (ma si nota lo schermo più grande). E poi è velocissimo, con giochi e video che girano fluidi, pagine web caricate in un attimo, foto scattate in batter di ciglia. Ci pare meglio riuscita la versione nera, ma quella bianca troverà certamente i suoi fan, che apprezzeranno l'accostamento con l'alluminio del retro. Abbiamo provato anche le nuove cuffie, battezzate EarPods, che finalmente sostituiscono quelle – pessime - in dotazione finora: il suono è eccellente, con bassi più definiti e alte frequenze cristalline. Nell'iPhone 5, Apple ha puntato molto sul suono, con tre microfoni per ridurre rumori e interferenze, altoparlanti più potenti e una specie di equalizzatore intelligente che rende musica e parole più intellegibili.

iOS 6
Oltre l'hardware, come sempre, c'è il software: con iOS 6 , in arrivo il 19 settembre, il divorzio con Google è ormai consumato: per la ricerca c'è l'assistente vocale Siri (a breve anche in italiano), le fantastiche mappe tridimensionali e il navigatore vengono da una compagnia svedese acquisita lo scorso anno, e perfino YouTube (sempre di Google) non è più un'applicazione di default, ma bisogna scaricarla apposta. iOS 6 include oltre 200 nuove funzioni, fra cui: integrazione di Facebook per Contatti e Calendario, con la possibilità di postare direttamente da Centro notifiche; Passbook, il modo più facile per avere tutte le password a portata di mano in un unico posto (ma anche raccolte di punti o biglietti di cinema, aereo, concerti; e poi nuove funzioni per Siri, incluso il supporto per più lingue (sta per arrivare l'italiano) e un facile accesso a risultati sportivi, ristoranti consigliati e orari dei film nelle sale. Anche qui, molti miglioramenti, ma nessuna rivoluzione.

Sempre più piccolo
Niente carica senza fili come i Nokia Lumia presentati la settimana scorsa, niente riconoscimento del viso per sbloccare l'apparecchio come il Galaxy Nexus di Samsung (difficile però definire queste funzioni rivoluzionarie). Cosi bisogna cercare nel dettaglio, e alla fine i cambiamenti che davvero rompono col passato, a parte lo schermo, sono il connettore dock e la sim card. Entrambi più piccoli, entrambi incompatibili con gli standard attuali: ma per raggiungere lo spessore da modella anoressica dell'iPhone 5 qualche sacrificio era inevitabile. Così il connettore dock termina oggi una carriera iniziata nel 2003 con l'iPod di terza generazione, per far posto a Lighting, grande come una porta mini Usb. Apple aveva sottoscritto un impegno a promuovere questo standard qualche anno fa, insieme ai maggiori produttori mondiali di telefonini e smartphone, ma pare aver fatto marcia indietro. Anzi, lancia un adattatore e un cavo i vecchi accessori: negli Usa costano rispettivamente 29 e 39 dollari, e la compatibilità è tutt'altro che garantita.
Anche la Sim card si è ristretta, e da “mini” è diventata “nano”. Al momento non ce l'ha nessuno in Italia, ma gli operatori si attrezzeranno in tempo per il lancio; pare che non sia possibile usare le vecchie Sim nemmeno tagliandole a mano, come hanno fatto in tanti per portare sull'iPhone 4 la propria scheda.

Gli iPod
Novità pure per gli iPod, che da un paio d'anni erano rimasti al palo: la settima generazione del nano ha uno schermo da 2,5 pollici e assomiglia un po' a un piccolo iPhone, il Touch arriva in diversi colori e con lo schermo dell'iPhone 5 (ma con il chip del 4S). Anche qui c'è connettore Lighting e in dotazione arrivano le nuove cuffie. “Ognuno di questi prodotti – conclude Cook – sarebbe all'avanguardia nel proprio settore, ma insieme hardware, software e servizi di Apple costruiscono un ecosistema unico”. iTunes, arrivato alla versione 11, ad esempio, è sempre più integrato con iCloud, mentre Apple tv, collegato ai nuovi iPod o iPhone via Airplay, permette di giocare direttamente sul televisore: un bel colpo per i produttori di console casalinghe, dopo che Apple ha già sparigliato il mercato dei videogiochi in movimento.
Si chiude con i Foo Fighters, tre canzoni e via. Dopo gli applausi, un fuorionda, è Cook che si complimenta con la band: “Awesome”, fantastici!

Il 12 settembre è passato ed è ora di tirare le fila della presentazione più attesa, ma anche più prevedibile, di Apple. La più attesa per capire quanto Tim Cook fosse Steve Jobs (sopresa, non lo è) e la più prevedibile perché, alla fine, tutto quello che è stato detto ufficialmente era già stato magistralmente fatto trapelare per mesi.

Il giorno dopo la presentazione di iPhone 5 i commenti si distribuiscono più o meno equamente tra i soliti wow e i nuovi, se si parla di Apple, “sì, però”. Poiché per giudicare il prodotto sarà necessario averlo in mano, le obiezioni riguardano lo scarso appeal di Tim Cook, che peraltro non ha nessuna intenzione di intaccare l''icona Jobs, e l''eventuale mancanza di una vera innovazione di prodotto.

Tutti discorsi che riempiono le pagine e forniscono l''alibi dell''obiettività ai giornalisti ma che servono a poco. Un indice che, invece, si basa su dati reali, è l''andamento in borsa del titolo Apple. E anche in questo caso, come il giorno della presentazione dei nuovi smartphone Nokia, la borsa ha reagito freddamente.

Certo, non siamo di fronte a una débâcle del -15% come quella della casa finlandese, ma un minimo di isteria a Wall Street c''è stato, eccome. Nella giornata di ieri, 12 settembre, il titolo Apple è passato da 666,66 dollari per azione a 661,56, un calo minimo, sebbene il 10 settembre valesse anche 683,04 dollari, che certo non preoccupa ma che, forse, fa riflettere.

Sembra quasi che le aziende di tecnologia abbiano perso un po'' di appeal al NYSE. Sembra che le aziende che realizzano e immettono sul mercato un prodotto finito non debbano più aspettarsi conferme dalla Borsa in occasione di lanci di prodotto importanti, come per esempio l''iPhone 5.

Alcuni analisti, all''indomani della pessima performance di Nokia, sostennero che la scarsa fiducia sul titolo fosse legata alla mancanza di informazioni legate alla data di uscita dei prodotti e ai prezzi. Apple non ha commesso questo errore e, almeno, ha dichiarato la data di uscita in tutto il mondo.

Un altro fattore, la diffusione di informazioni legate al prodotto, tanto comune ultimamente da far credere che ci sia una certa premeditazione da parte del produttore, non aiuta certo il titolo. L''effetto sorpresa viene a mancare e dunque, perché mai il grafico del titolo dovrebbe subire una scossa all''indomani dell''annuncio ampiamente prevedibile?

Infine, leak o no, la freddezza degli investitori per i brand consumer sembra trasformarsi in particolare interesse verso i produttori di componentistica, basti dare un''occhiata alle buone performance dei band orientali coinvolti nella produzione dell''ìPhone 5 all''indomani del lancio.

In definitiva, ancora di più dopo il flop della Ipo di Facebook sembra che il mondo borsistico abbia, finalmente, mangiato la foglia nei confronti dei grandi nomi della tecnologia e li abbia ricollocati in un comparto in cui ciò che conta, alla fine, non è l''annuncio o l''attesa ma le vendite e i fatturati.

 
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