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| (AGI) - Tripoli, 12 set. - Le autorita' libiche danno una nuova versione dei drammatici fatti avvenuti nelle ultime ore a Bengasi e sostengono che l'ambasciatore Usa e gli altri quattro americani uccisi sono tutti morti all'interno del consolato americano. In una conferenza stampa il sottosegretario all'Interno libico, Wuannis al-Sharef, responsabile dell'area orientale del Paese, ha confermato che il bilancio delle violenze e' di 5 morti americani, tra cui l'ambasciatore Usa in Libia Chris Stevens, e di 14 feriti.
La dinamica dei fatti, pero', sembra lievemente diversa da quella circolata finora. Secondo il rappresentante libico nella serata di martedi' centinaia di persone che disponevano di armi pesanti e Rpg si sono radunate davanti al consolato Usa per protestare contro un film prodotto in Usa e ritenuto offensivo contro la figura del Profeta, che aveva gia' scatenato le proteste in Egitto.
A un certo punto la tensione e' diventata incontenibile e qualcuno ha cominciato a sparare: immediata la reazione dei marines che proteggevano l'edificio che hanno aperto il fuoco. Nella sparatoria e nelle violenze seguite a questa prima fase sono morti due marines, mentre l'ambasciatore Stevens e' rimasto soffocato dai fumi dell'incendio divampato all'interno. Intorno alle 5 del mattino, mentre da Tripoli arrivava un aereo per evacuare lo staff diplomatico americano, le forze libiche sono riuscite a trasferire il personale in un luogo giudicato piu' sicuro; ma i manifestanti libici sono riusciti comunque a individuarlo e lo hanno assaltato, uccidendo altri due funzionari e ferendo altre 14 persone. Al-Sharef ha attribuito parte della responsabilita' del tragico epilogo alle autorita' americane "che erano state avvisate della presenza di uomini armati e non hanno preso le dovute precauzioni". Il riconoscimento della salma dell'ambasciatore e' stato fatto dall'interprete egiziano della missione diplomatica. (AGI) .
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