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Bob Dylan nella Tempesta. Festeggia i 71 con il suo nuovo album

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FRAWWE5
CAT_IMG Posted on 11/9/2012, 18:44     +1   -1




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Oggi, martedì 11 settembre, a cinquant'anni dall'esordio, dopo 34 album in studio e una lunghissima serie di premi e riconoscimenti, Bob Dylan torna con un nuovo disco, Tempest. Un album che, come ogni suo lavoro, è un evento ancor prima di arrivare sul mercato. Il disco contiene dieci brani inediti, anticipato dal singolo che vi abbiamo raccontato qualche tempo fa.
Il titolo, Tempest, riecheggia l'ultima tragedia scritta da Shakespeare prima di congedarsi, ma il Bardo assicura che quello uscito oggi non sarà il suo ultimo lavoro.
Il suo primo disco, uscito nell'ormai lontano 1962 e intitolato semplicemente Bob Dylan, passò quasi inosservato e vendette poche migliaia di copie. Di lì a poco, però, quel giovane e solitario menestrello venuto dal Nord, avrebbe fatto parlare di sé in tutto il mondo, diventando l'uomo che mostrò la strada ai Beatles, un'icona capace di attraversare i decenni fino a divenire una leggenda vivente.
A 71 anni suonati, Bob riesce ancora a suscitare un entusiasmo senza confini, riuscendo a invadere le hit parade con una musica che sembra uscita da una radio fantasma, che trasmette ininterrottamente dagli anni '60.
Bob Dylan affascina ancora le platee di tutto il mondo con la sua voce roca, accompagnata dall'inseparabile chitarra e dall'armonica, regalando testi e melodie che tagliano trasversalmente epoche e generazioni, tanto da collocarlo nell'Olimpo dei possibili candidati al Nobel per la Letteratura.
Tempest si apre con Duquesne Whistle (scritta con Robert Hunter). Con questo brano, inizia il viaggio. Si prosegue con Soon After Midnight, con Zimmerman in versione crooner, per approdare al blues ruvido e potente di Narrow Way. Il brano successivo è Long and Wasted Years, dove il menestrello canta come recitasse o viceversa. Pay in Blood riporta la rotta sul blues-rock alla Rolling Stones.
L'album non diminuisce di intensità con Scarlett Town, ballata carica di tensione. Tocca, quindi, ad Early Roman Kings evocare lo spettro di Muddy Waters, trascinando di nuovo l'ascoltatore in un lungo blues elettrico, prima di lasciare spazio a Teen Angel, brano che racconta una vicenda nerissima di suicidi e omicidi, e che precede Tempest, la canzone che dà il titolo all'album. Una ballata folk di 14 minuti che ricorda, il Dylan delle origini. Il brano racconta la tragedia del Titanic, attraverso una galleria di personaggi che vanno dalla vedetta a Leonardo Di Caprio, da Wellington al Capitano. E, prima di chiudere, c'è anche spazio per un omaggio a John Lennon, tra citazioni di testi dei Beatles e frammenti di The Tiger di William Blake con Roll On John.
Silvia Barbero
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