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LO SPECIALE SUI: "Film di Stephen King" - Tutto quello che volete sapere qui

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CAT_IMG Posted on 9/9/2012, 20:23     +1   -1




LO SPECIALE SUI: "Film di Stephen King"
In questo topic ripercorreremo insieme le tappe (non necessariamente in ordine cronologico) che hanno portato i mitici libri horror/thriller del famoso e leggendario scrittore Stephen King sul grande schermo,ovvero i film tratti dalle sue migliori opere. Grazie King di intrattenerci e spaventarci ancora :lol:

Informazioni su Stephen King
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Stephen Edwin King (Portland, 21 settembre 1947) è uno scrittore e sceneggiatore statunitense, uno dei più celebri autori di letteratura fantastica, in particolare horror, dell'ultimo quarto del XX secolo, è considerato quindi un autore di spicco anche nel romanzo gotico moderno[senza fonte].
Scrittore notoriamente prolifico, nel corso della sua fortunata carriera, iniziata nel 1974 con Carrie, ha pubblicato oltre sessanta opere, fra romanzi e antologie di racconti, entrate regolarmente nella classifica dei bestseller, vendendo complessivamente più di 350 milioni di copie.[1]
Buona parte delle sue storie ha avuto trasposizioni cinematografiche o televisive, anche per mano di autori importanti quali Stanley Kubrick, John Carpenter, Brian De Palma e David Cronenberg. Probabilmente nessun autore letterario, a parte William Shakespeare, ha avuto un numero maggiore di adattamenti.[2]
A lungo sottostimato dalla critica letteraria, tanto da essere definito in maniera dispregiativa su Time Magazine «maestro della prosa post-alfabetizzata»,[3] a partire dagli anni novanta è cominciata una progressiva rivalutazione nei suoi confronti. Per il suo enorme successo popolare e per la straordinaria capacità di raccontare l'infanzia nei propri romanzi è stato paragonato a Charles Dickens,[4] un paragone che lui stesso, nella prefazione a Il miglio verde, pubblicato a puntate alla maniera di Dickens, ha sostenuto essere più adeguato per autori come John Irving o Salman Rushdie.

Riconoscimenti

Elenco dei premi vinti, ripreso dal sito ufficiale:[31]
Alex Awards 2009: "Al crepuscolo"
American Library Association Best Books for Young Adults
1978: "Le notti di Salem"
1981: "L'incendiaria"
Balrog Awards 1980: "A volte ritornano"
Black Quill Awards 2009: "Duma Key"
British Fantasy Society Awards
1981: Per grande contribuzione al genere
1987: "It"
1992: "Cujo"
1999: "Mucchio d'ossa"
2005: "La torre nera VII: La torre nera"
Deutscher Phantastik Preis Awards
2000: "Cuori in atlantide"
2001: "Il Miglio verde"
2003: "La casa del buio"
2004: Autore internazionale dell'anno
2005: "La torre nera VII: La torre nera"
Horror Guild
1997: "Desperation"
2001: "Riding the Bullet - Passaggio per il nulla"
2001: "On Writing: Autobiografia di un mestiere"
2002: "La casa del buio"
2003: "Buick 8"
2003: "Tutto è fatidico"
International Horror Guild Awards 1999: "La tempesta del secolo"
Locus Awards
1982: "Danse macabre"
1986: "Scheletri"
1997: "Desperation"
1999: "Mucchio d'ossa"
2001: "On Writing: Autobiografia di un mestiere"
Mystery Writers of America 2007: Grand Master Award
National Book Award 2003: Medal of Distinguished Contribution to American Letters
New York Public Library Books for the Teen Age 1982: "L'incendiaria"
Premio Bram Stoker
1987: Misery
1990: Quattro dopo mezzanotte
1995: Pranzo al "Gotham Cafe"
1996: Il miglio verde
1998: Mucchio d'ossa
2002: Premio alla carriera
2006: La storia di Lisey
2009: Duma Key
2009: "Al crepuscolo"
Premio Hugo 1982: miglior saggio - Danse macabre
Premio O. Henry 1996: L'uomo vestito di nero
Quill Awards 2005: Faithful
Spokane Public Library Golden Pen Award 1986: Golden Pen Award
University of Maine 1980: Alumni Career Award
Us Magazine 1982: Migliore scrittore dell'anno
World Fantasy Awards
1980: Convention Award
1982: "Il braccio"
1995: L'uomo vestito di nero
2004: Lifetime Achievement
World Horror Convention 1992: World Horror Grandmaster

Biografia

[modifica] L'infanzia


La casa di Stephen King a Bangor, nel Maine.
Stephen Edwin King nasce il 21 settembre 1947 a Portland, nel Maine. Suo padre, Donald Edwin King (di origini scozzesi-irlandesi), è un impiegato della Electrolux, ex capitano della Marina Mercantile e impegnato fino al 1945 nella Seconda guerra mondiale; e sua madre, Nellie Ruth Pillsbury King, è una casalinga di origini modeste. Pur essendo il primogenito, i suoi genitori hanno adottato due anni prima, esattamente il 14 settembre del 1945, David Victor, che verrà però sempre considerato da King un vero fratello maggiore.
Nel 1949 il padre esce per una delle sue passeggiate e non farà più ritorno a casa, a causa di problemi familiari. Questo avvenimento segnerà profondamente il carattere del futuro scrittore, tanto che è possibile trovare in numerosi romanzi il difficile rapporto padre-figlio (fra gli altri: It, Cujo, Christine - la macchina infernale e Shining).
La famiglia comincia così a spostarsi da un luogo a un altro; si stabilisce per brevi periodi in Indiana, a Milwaukee e infine di nuovo nel Maine.[6] La signora Nellie Ruth King in quegli anni e nei successivi sarà spesso fuori casa per quasi tutto il giorno, impegnata in vari lavori come stiratrice in una lavanderia, lavoratrice notturna in una panetteria, commessa e donna delle pulizie. Con il proprio lavoro riesce comunque ad assicurare ai due figli una buona educazione, guidandoli all'ascolto di buona musica e alla letteratura, dando la possibilità a Stephen di provare a scrivere qualche storia horror. Di quegli anni, Stephen King dirà che "Non avemmo mai una macchina, ma non saltammo mai un pranzo".
L'infanzia di Stephen King viene colpita, oltre che dalla scomparsa del padre, dalla morte di un suo amico.[7] All'età di quattro anni, i due sono impegnati a giocare vicino a una ferrovia, quando l'amico del futuro scrittore cade sulle rotaie e viene travolto da un treno. King, in stato confusionale, torna a casa senza ricordare quanto successo.
[modifica] La scuola e le prime esperienze in campo letterario
Iscritto in prima elementare, King passa i primi nove mesi malato. Colpito prima dal morbillo, ebbe in seguito problemi con gola e orecchie. Curato da alcuni esperti, si ritira dalla scuola per volere di sua madre e passa diversi mesi in casa. È durante questo periodo che King inizia a scrivere, copiando interamente fumetti a cui aggiunge descrizioni personali. Il suo primo racconto, completamente inventato da lui, tratta di quattro animali magici a bordo di una vecchia macchina, guidati da un enorme coniglio bianco e con il compito di aiutare i bambini.
Durante questo periodo inizierà anche a leggere da solo tutto ciò che trova. A dieci anni scopre il genere horror, dopo aver visto un film sugli extraterrestri. Due anni dopo, rinviene nella soffitta della zia i libri del padre, appassionato di Edgar Allan Poe, H.P. Lovecraft e Richard Matheson, nonché appassionato scrittore. Ed è nel 1960 che King invia il suo primo racconto a una rivista, la Spacemen, che si occupava di film di fantascienza. Il suo scritto non sarà mai pubblicato.
Un anno prima, invece, King inizia a scrivere per un piccolo giornale, il Dave's Rag (letteralmente, Lo straccio di Dave), giornale prodotto dal fratello maggiore di King in tiratura limitata e distribuito a vicini di casa e coetanei.
All'età di circa dieci anni si stabilisce a Durham, nel Maine. Frequenta la Lisbon Falls High School, nella vicina Lisbon Falls (10 chilometri di tragitto che percorre spesso in autobus, se non addirittura a piedi).[8] La sua passione per i film dell'orrore e per la letteratura lo spingeranno a scrivere diversi racconti, spesso delle semplici trasposizioni dei film visti al drive-in. Questi racconti passano fra i suoi amici di scuola e King utilizzerà la macchina da stampa del Dave's Rag per produrre delle copie stampate dei suoi racconti. In particolare, sarà il film Il pozzo e il pendolo tratto dal racconto di Edgar Allan Poe a ispirare King che, tornato a casa, realizzerà una trasposizione dello stesso. Prodotta poi in una quarantina di copie, la vende il giorno successivo a scuola, ma gli insegnanti, una volta scoperto quanto è successo, obbligheranno il giovane King a restituire i soldi.
Il secondo anno alle Lisbon High School diventa direttore del giornale scolastico The Drum, assieme a Danny Emond. Il giornale avrà scarso successo, ma costerà una punizione a Stephen King che, annoiato dai soliti articoli, ha l'idea di realizzare un giornale umoristico prendendo in giro i vari professori. The village vomit, nuovo nome del giornale, ha successo fra gli studenti, ma i professori non gradiranno i vari soprannomi e spediranno King in punizione per una settimana. Al termine della stessa, il giovane scrittore verrà contattato per far parte di un vero giornale, il Lisbon Enterprise, settimanale di Lisbon. Inizierà qui a scrivere riguardo a incontri sportivi e apprenderà le tecniche di buona scrittura.
Nel 1966 viene pubblicato sulla fanzine Comics Review il primo racconto di Stephen King, intitolato I Was a Teenage Grave Robber, poi pubblicato con il titolo In a Halfworld of Terror da Marv Wolfman sulla rivista Tales of Suspense. Rimane l'unica storia scritta da King per una fanzine.[9]
[modifica] Università e prime opere
Ottenuto il diploma nel 1966, studia letteratura presso l'Università del Maine, a Orono, dove cura per oltre due anni una rubrica regolare sul giornale universitario, Maine Campus, intitolata King's Garbage Truck (letteralmente "il camion dell'immondizia di King").[8] Per mantenersi gli studi, King lavora sia durante l'anno scolastico, sia durante le vacanze estive. Nel 1967, a 19 anni, vende per la prima volta, a 35 dollari, un racconto a una rivista professionale: si tratta di The Glass Floor, pubblicato da Robert Lowndes su Startling Mistery Stories.[6] Nel frattempo, tra i 16 e i 22 anni, scrive quattro romanzi,[6] che non vengono pubblicati.[10] Nell'estate del 1969, lavorando nella biblioteca dell'università, conosce Tabitha Jane Spruce, poetessa e laureanda in storia, che sposerà il 2 gennaio 1971 a Old Town.
Dopo la laurea, nel 1970, ottiene il certificato per l'insegnamento nelle scuole superiori, ma per circa un anno è costretto a svolgere le più diverse occupazioni (benzinaio, spazzino, bibliotecario e inserviente in una lavanderia industriale di Bangor, arrivando a suo stesso dire a un passo dai gradini più bassi della società),[8] prima di trovare alla fine del 1971 un posto di insegnante di lettere alla Hampden Academy di Hampden, nel Maine. Dopo la nascita della figlia Naomi Rachel nel 1970, King si trasferisce e inizia a scrivere L'uomo in fuga (The Running Man). Nel 1972 nasce un altro figlio, Joseph Hillstrom; da qui in poi seguono molti problemi, economici e di salute, legati alla dipendenza dall'alcool.
King integra il precario bilancio familiare vendendo racconti a riviste maschili come Cavalier, Dude e Gent.[11] La maggior parte di questi saranno poi raccolti in A volte ritornano (Night Shift), la sua prima antologia di narrativa breve, pubblicata nel 1978.
[modifica] L'esordio con Carrie e il grande successo
Dopo tre precedenti tentativi falliti,[12] King raggiunge finalmente la pubblicazione di un proprio romanzo nel 1974 con Carrie. Acquistato dalla casa editrice Doubleday per soli 2500 dollari,[13] il romanzo passa inosservato in edizione rilegata, ma ha un enorme successo nell'edizione economica, superando il milione di copie vendute.[14] Grazie alla sua quota dei diritti dell'edizione economica e alla vendita dei diritti per la trasposizione cinematografica, King può permettersi di abbandonare l'insegnamento e di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura.[15]
I successivi Le notti di Salem (Salem's Lot) (1975) e Shining (1977) sono dei successi ancor maggiori: il primo vende oltre tre milioni di copie,[16] il secondo supera i quattro milioni.[16] Nel giro di quattro anni, il non ancora trentenne King è passato dal sopravvivere con il modesto stipendio di insegnante da 6000 dollari annui[6] a guadagnare milioni con i diritti d'autore e i diritti cinematografici.
Ma è proprio in questo periodo di crescente successo e affermazione personale che la madre di King muore di cancro e che lo scrittore sviluppa seri problemi di dipendenza da alcol e droga, arrivando addirittura a pronunciare il discorso di addio al funerale della madre da ubriaco.[17] La sua tossicodipendenza viene a lungo sottovalutata, perché non incide in alcun modo nella sua produttività lavorativa, e solo nel 1987 l'intervento di familiari e amici dà inizio al faticoso processo di disintossicazione, che durerà oltre un anno.[2]
Negli anni ottanta King è ormai diventato una star della cultura popolare,[18] paragonabile alla figura di Steven Spielberg in campo cinematografico.[19]
In questi anni King confessa anche il suo debito nei confronti dello scrittore Shane Stevens, dichiarando che il proprio romanzo La metà oscura è anche un omaggio a Stevens[20].
[modifica] L'incidente
Nell'estate del 1999, dopo aver riposto momentaneamente nel cassetto il romanzo Buick 8, iniziato in primavera e che richiede un certo lavoro di ricerca, King riprende in mano il saggio sulla scrittura, On Writing: Autobiografia di un mestiere, iniziato a fine 1997 e messo da parte nei primi mesi del 1998, con l'intenzione di dedicare l'intera estate a completarlo.[21]
È il 18 giugno quando comincia a scrivere la parte principale del saggio, Sullo scrivere. Il pomeriggio del 19 giugno, dopo aver accompagnato all'aeroporto il figlio più giovane, Owen, intorno alle quattro pomeridiane intraprende la sua abituale camminata di sei chilometri nei dintorni di Center Lovell, nel Maine occidentale, per un tratto lungo la Route 5, la strada asfaltata che collega Bethel e Fryeburg.[22] È proprio lì che Bryan Smith, quarantaduenne con precedenti in una dozzina di incidenti stradali, alla guida di un minivan Dodge blu, distratto dal suo rottweiler Bullet, saltato sul sedile posteriore attratto da un frigo portatile che contiene della carne, travolge in pieno lo scrittore che sta camminando sul ciglio della strada.[23]
Trasportato in un primo momento al Northern Cumberland Hospital di Bridgton, viene poi trasferito in elicottero al Central Maine Medical Center di Lewiston,[24] a causa della grave entità dei traumi subiti: polmone destro perforato; gamba destra fratturata in almeno nove punti (tra cui ginocchio e anca); colonna vertebrale lesa in otto punti; quattro costole spezzate; lacerazione del cuoio capelluto.[25] Esce dall'ospedale il 9 luglio, dopo tre settimane dal ricovero.
Dopo aver accettato in un primo momento le scuse dell'investitore, King decide di denunciarlo per fargli ritirare la patente e di acquistarne il veicolo per 1600 dollari, nella prospettiva di sfasciarlo una volta recuperate le forze fisiche.[26]
Le sette operazioni chirurgiche necessarie per essere rimesso in sesto e la lunga e dolorosa convalescenza interrompono la proverbiale disciplina dello scrittore, non più in grado di lavorare ininterrottamente quattro ore ogni mattina per scrivere ogni giorno 2500 parole.[26]
[modifica] Anni recenti


Stephen King
Nel 2000 King pubblica un romanzo a puntate, The Plant, su internet. Visto l'insuccesso, soprattutto economico poiché molte sono le persone che scaricano i nuovi capitoli senza pagarli, abbandona il progetto.[27]
Nel 2002 annuncia sulla rivista Entertainment Weekly, per la quale fino al 2003 scrive la rubrica The Pop of King (riferimento a The King of Pop di Michael Jackson), di voler smettere di pubblicare, anche se non forse di scrivere.[2]
Nell'ottobre del 2005 King firma per la Marvel Comics una trasposizione a fumetti della serie La torre nera intitolata La nascita del pistolero. La serie, basata su un giovane Roland Deschain, è diretta da Robin Furth, illustrata da Jae Lee (vincitore dell'Eisner Award) e con dialoghi di Peter David. La prima uscita viene pubblicata il 7 febbraio 2007 in America, e nel marzo dello stesso anno vende oltre 200 mila copie[senza fonte]. In Italia la serie viene pubblicata mensilmente a partire dalla fine dell'agosto 2007, per un totale di quattro albi.
Sempre nel 2007, King viene premiato con il Mystery Writers of America Grand Master.
Annunciato precedentemente per il 21 giugno 2007, King pubblica il 2 ottobre il romanzo Blaze, scritto negli anni '70 sotto lo pseudonimo Richard Bachman ma mai pubblicato. Lo scrittore ha anche terminato il romanzo Duma Key, uscito a gennaio 2008, e ha scritto un musical assieme a John Mellencamp intitolato Ghost Brothers Of Darkland County, la cui data di pubblicazione è ancora sconosciuta. Il 21 ottobre 2008 esce la sua nona raccolta di racconti, Al crepuscolo, contenente tredici storie. A distanza di un anno dalla pubblicazione del suo ultimo libro, il 20 ottobre 2009 esce il romanzo The Dome, idea a cui King lavorava già negli anni '80, ma non aveva mai portato a termine.
Nel marzo del 2011 ha annunciato tramite il suo sito ufficiale la pubblicazione di due nuovi libri. 11/22/63, che tratta il tema dei viaggi nel tempo e dell'assassinio di John Fitzgerald Kennedy, sarà pubblicato l'8 novembre 2011[28] e, in italiano, sarà nuovamente tradotto da Wu Ming 1[29]. Uscirà nel 2012 l'ottavo volume della serie La torre nera, intitolato The Wind Through the Keyhole


I FILM:

1408

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« Non è che quello che vedo non sia reale, è che non è reale quanto sembra. »
(Mike Enslin, in una scena del film)
1408 è un film del 2007 diretto da Mikael Håfström, tratto dall'omonimo breve racconto di Stephen King incluso nella raccolta Tutto è fatidico. Nel cast sono presenti John Cusack, Samuel L. Jackson e Mary McCormack. Il film è uscito nelle sale italiane il 23 novembre 2007, e in quelle americane il 22 giugno, sebbene nei trailer presenti nel sito internet facciano riferimento al 13.
Il film racconta di Mike Enslin (Cusack), un impopolare scrittore specializzato nell'horror. La carriera di Enslin è basata su investigazioni in case stregate, sebbene il suo continuo insuccesso lo abbia portato ad essere annoiato e pessimista riguardo al paranormale. Enslin riceve un invito dal Dolphin Hotel di New York, in cui è presente la fantomatica stanza 1408. Interessato, Enslin decide di passarci una notte, in cui arriverà vicino alla pazzia.
Negli Stati Uniti il film è stato un successo sia di critica che al botteghino, diventando uno dei film più lucrosi del 2007.

Trama

Mike Enslin da promettente scrittore di narrativa, dopo la tragica morte della figlia Katie è diventato uno scettico autore di saggi, specializzato nello smascherare le finzioni che si celano dietro i fenomeni delle "case stregate". Dopo aver terminato il suo ultimo libro, "Dieci notti in dieci case infestate", Mike riceve una cartolina anonima del Dolphin Hotel di New York, contenente il messaggio «non entrare nella 1408». Accogliendo l'invito come una sfida, Enslin si affretta a chiedere una prenotazione nella camera, ma l'hotel declina la sua richiesta. Grazie ad un cavillo legale di cui viene informato dal suo agente Sam Farrell, secondo cui, per legge, gli hotel non possono negare ad un cliente di prenotare una camera che risulti sfitta, Mike impone alla riluttante direzione del Dolphin di consentirgli l'accesso alla camera 1408.
Arrivato al lussuoso albergo Enslin viene ricevuto dal direttore, Gerald Olin, che cerca di dissuadere lo scrittore dall'iniziativa, avvertendolo che nessun ospite è mai riuscito a durare più di un'ora nella camera 1408 e che molti di quelli che vi erano entrati erano morti quasi subito, nei modi più tragici ed impensabili. Olin è disposto ad offrire a Enslin, in alternativa, un soggiorno gratuito nelle migliori suite dell'albergo, nonché l'accesso ai documenti riguardanti tutte le morti avvenute nella 1408 (in modo che lo scrittore possa comunque documentarsi per scrivere il suo libro) e anche una bottiglia di rarissimo cognac, purché l'autore rinunci al suo proposito. Enslin si fa consegnare i documenti e il cognac, ma insiste per avere accesso alla stanza, esasperando Olin. Il direttore cede alla richiesta dello scrittore, gli consegna la chiave della stanza, ma non rinuncia a metterlo per l'ultima volta in guardia sui pericoli mortali cui andrà incontro.
Una volta dentro la camera, Enslin attiva il suo registratore ed inizia a dettare il saggio, descrivendo nei dettagli l'appartamento. Di primo acchito tutto sembra normale, finché la radio si accende improvvisamente a pieno volume, e inizia la canzone "We've only just begun" dei The Carpenters. Da quel momento sul display dell'apparecchio parte un conto alla rovescia di 60 minuti, che coincide con la prima di una serie di sconvolgenti allucinazioni, che aumenteranno di "potenza", ogni minuto che passa e alla fine porteranno Mike Enslin a vivere la notte più terrificante della sua vita.
Nel corso degli inarrestabili episodi allucinatori di cui è vittima, l'uomo subisce incidenti dolorosi, vede alcune delle vittime precedenti della 1408 suicidarsi gettandosi dalla finestra ed assiste ad una serie di episodi inspiegabili. Ben presto il suo stato d'animo, già molto scosso, viene ulteriormente sconvolto dalle ricorrenti visioni della figlia, la cui morte per cancro, avvenuta alcuni anni prima, aveva anche determinato la fine del suo matrimonio.
I 60 minuti trascorrono, ma Mike non riesce a fuggire dalla camera. A nulla valgono i tentativi di passare all'esterno, lungo il cornicione, per entrare in qualche camera attigua, oppure di strisciare nei condotti dell'aerazione. In qualsiasi modo, l'uomo si ritrova sempre nella stanza maledetta, diventata una prigione infernale.
Alla fine l'uomo, ormai folle, usando la bottiglia di cognac lasciatagli da Olin, incendia la stanza nell'estremo tentativo di liberarsi da quell'incubo, ma viene salvato dai pompieri.
Quando si risveglia in ospedale, molti giorni dopo, Enslin trova accanto a sè la moglie e scopre che entrambi sono pronti a ricominciare il loro rapporto, lasciandosi poco alla volta alle spalle il traumatico pensiero della morte della figlia. Tempo dopo, mentre è ancora convalescente nel suo nuovo appartamento, Mike riascolta una parte del nastro che aveva registrato durante la sua drammatica permanenza nella stanza 1408. La moglie è accanto a lui quando dal registratore emergono frammenti del dialogo avuto con il fantasma della figlia. La voce della bambina che dichiara l'amore per il padre è la prova lampante di quello che Mike da tempo cercava durante le sue visite alle case infestate, e cioè la conferma che esiste un'esistenza anche dopo la morte. Ma soprattutto il nastro dimostra all'uomo che l'esperienza vissuta nella stanza 1408 non è stata, come lui ha creduto, una semplice allucinazione.
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Collegamenti ad altre opere

Poco dopo essere entrato nella stanza 1408, Mike fa menzione di «qualche saccente che ha parlato della banalità del male». Si riferisce al libro La banalità del male di Hannah Arendt.
La scena di quando Mike chiede aiuto e vede la propria immagine riflessa, ricorda la celebre gag dello specchio (non horror, ma comica) del film La guerra lampo dei Fratelli Marx.
La scena della stanza innevata è un sottile omaggio al terrificante Overlook Hotel di Shining di Stanley Kubrick.
Nella scena in cui il protagonista annega nella stanza 1408, per poi ritrovarsi sulla spiaggia, sopra la sua tuta da surf è visibile il titolo Psycho, omaggio reso stavolta ad Alfred Hitchcock.
Il nome "Dolphin Hotel" è stato scelto da King in riferimento al Dolphin Hotel presente in alcune opere dello scrittore giapponese Haruki Murakami (Sotto il segno della pecora, Dance Dance Dance).

Riferimenti al numero 13

Come già successo con il film Number 23, anche in questa pellicola la numerologia ha molta rilevanza, soprattutto nei confronti del superstizioso numero 13.
Il titolo del film, nonché numero della stanza, 1408, è composto da quattro cifre che sommate tra loro danno come risultato il numero 13 (1+4+0+8=13).
La stanza si trova ipoteticamente al 13º piano dato che, per superstizione, non esiste il pulsante numero 13 in ascensore.
Il signor Gerald Olin dice a Mike Enslin che il Dolphin Hotel è stato aperto nell'ottobre del 1912 (1+9+1+2=13).
In una scena la temperatura nella stanza risulta di 45-40 (4+5+4+0=13) gradi Fahrenheit (rispettivamente 7,2 e 4,4 gradi Celsius).
Quando Mike cerca di chiedere aiuto alla moglie chiedendole di chiamare la polizia, le fornisce l'indirizzo "2254 Lexington" (2+2+5+4=13).
Verso la fine del film la voce al telefono dice: "Noi siamo 5, noi siamo 8" (5+8=13).
Prima di provare a scappare dalla stanza cercando di raggiungere quella di fianco, Mike conta i 6-7 passi (6+7=13) di distanza che le separano una dall'altra. Nella versione italiana ne conta invece 9 fino alla parete della sua stanza e poi mentalmente li raddoppia (quindi 18 passi) per raggiungere la finestra della stanza a fianco.
Il nome Michael Enslin è composto da 13 lettere.

Note

Nella scena iniziale del film, si può notare che Mike, una volta entrato nella stanza del primo hotel, appoggia il suo cappello sul letto. Secondo la superstizione, tale gesto è portatore di sfortuna.
Più di una volta nel corso del film, il protagonista legge sul muro che circonda esternamente la stanza la scritta "Burn me alive", che gli suggerirà di dar fuoco alla stanza per porre fine al suo incubo. La bottiglia usata per appiccare l'incendio gli è stata fornita dal direttore dell'albergo, che peraltro alla fine del film esclama "Ben fatto!" quasi sperando in questo esito.
Per il ruolo dell'ex moglie del protagonista era stata ingaggiata Kate Walsh, ma l'attrice dovette rinunciare alla parte per via degli impegni già presi con la serie tv Grey's Anatomy, in seguito è stata sostituita da Mary McCormack.
Il film ha fatto il suo debutto negli Stati Uniti il 22 giugno 2007, mentre nelle sale italiane è arrivato il 23 novembre 2007.
Inizialmente Stephen King aveva pubblicato il racconto in forma grezza nel saggio On Writing: Autobiografia di un mestiere, che in seguito è stato incluso in un audio-libro e ripubblicato nella raccolta Tutto è fatidico.
Mentre il protagonista parla con la moglie per videoconferenza, vengono attivati degli Sprinkler (spruzzini anti-incendio) e sul computer appare una Blue Screen of Death.

IT
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« Sono il peggior incubo che abbiate avuto, sono il più spaventoso dei vostri incubi diventato realtà, conosco le vostre paure, vi ammazzerò a uno a uno. »
(Pennywise)
It è un film-tv di Tommy Lee Wallace del 1990, tratto dal romanzo omonimo di Stephen King.
Il film presenta nette differenze con il libro: il romanzo infatti comincia molto prima rispetto al film, Eddie Kaspbrack è sposato, inoltre nel libro si parla anche della madre di Beverlie Marsh che nel film abita unicamente con il padre; la maggior parte delle volte le mutazioni di Pennywise non coincidono con quelle del libro; Richie Tozier nel libro diventa un bravo Dj della radio e un buon imitatore invece nel film diventa un buon comico della tv. Inoltre nel film non vengono specificate le origini di It, è del tutto assente la storia del rito di Chud e non vi è traccia della Tartaruga leggendaria.
Il film è stato messo in onda in Italia per la prima volta da Canale 5 nel febbraio 1993. Nel 2011 ci sarà un nuovo adattamento cinematografico del romanzo di Stephen King.

Titolo originale Stephen King's It
Paese Stati Uniti, Canada, Islanda
Anno 1990
Durata 180 min
Colore colore
Audio sonoro
Rapporto 16:9
Genere horror, thriller
Regia Tommy Lee Wallace
Soggetto Stephen King (romanzo)
Sceneggiatura Lawrence D. Cohen, Tommy Lee Wallace
Produttore Mark Bacino, Allen S. Epstein, Jim Green IV, Matthew O'Connor
Fotografia Richard Leiterman
Montaggio David Blangsted, Robert F. Shurge
Effetti speciali Bart Mixon, John Thomas, Gene Warren Jr., Bob Comer
Musiche Richard Bellis
Scenografia Sandy Arthur
Costumi Monique Stranan
Interpreti e personaggi
Annette O'Toole: Beverly Marsh
Tim Curry: Robert Gray/Pennywise
Emily Perkins: Beverly Marsh a 12 anni
Richard Thomas: William "Bill" Denbrough
Jonathan Brandis: William Denbrough a 12 anni
Harry Anderson: Richard Tozier
Seth Green: Richard Tozier a 12 anni
John Ritter: Benjamin Hanscom
Brandon Crane: Benjamin Hanscom a 12 anni
Dennis Christopher: Eddie Kaspbrak
Adam Faraizl: Eddie Kaspbrak a 12 anni
Tim Reid: Michael Hanlon
Marlon Taylor: Michael Hanlon a 12 anni
Richard Masur: Stanley Uris
Ben Heller: Stanley Uris a 12 anni
Olivia Hussey: Audra Phillips Denbrough
Premi
Emmy Awards 1991: migliore colonna sonora per la categoria "miniserie TV" (Richard Bellis)
American Cinema Editors 1991: migliore montaggio di un episodio nella categoria "miniserie TV" (David Blangsted, Robert F.Shugrue)

Trama

1960
Il film è tratto dall'omonimo romanzo di Stephen King. Una demoniaca creatura, di origini aliene e di età antichissima si aggira per Derry, una piccola cittadina del Maine, uccidendo periodicamente i bambini che la abitano. Il mostro non ha una forma reale ma assume l'aspetto delle paure più profonde di ogni individuo, anche se di solito assume la forma di Pennywise (Tim Curry), un pagliaccio. Esso si risveglia ogni 30 anni secondo un preciso ciclo, ma nessuno è a conoscenza della sua esistenza tranne sette ragazzini che hanno loro stessi ricevuto attacchi dal mostro. I ragazzini sono i bersagli preferiti di un trio di bulli della loro scuola, a cui fa capo Henry Bowers.
Dopo la morte di Georgie (il fratellino di Bill) i sette ragazzi, che si uniranno nella "banda dei perdenti", entrano nelle fogne per uccidere il mostro, scontrandosi con il trio di bulli che li ha seguiti nelle fogne. Uno di loro muore divorato da It , mentre gli altri due seguono la banda e rapiscono Stan per ucciderlo. "in suo soccorso" arriva però It che cattura uno dei bulli facendolo scomparire in un tubo. Henry uscirà dalle fogne e dirà alla polizia di essere stato lui a uccidere i bambini, anche se in realtà è stato Pennywise. Dopo di questo, i ragazzi si riuniscono in cerchio per non avere paura e quindi scampare dal mostro. Stan però ha ancora paura in sè e per questo viene preso da It, che lo sta per divorare. A quel punto Eddie spruzza l'"acido muriatico" che respirava per l'asma contro It, facendogli scogliere la maschera da pagliaccio. It allora cade nelle profondità della terra e i sette fortunati escono. Dopo averlo sconfitto, i sette fortunati si fanno una promessa: se mai It un giorno fosse tornato, loro si sarebbero riuniti e lo avrebbero combattuto ancora.

1990
A trent'anni dalla sua sconfitta, It è tornato a Derry a richiedere il suo tributo di sangue, e ad accorgersene per primo è Mike (Tim Reid), l'unico dei ragazzi (ormai adulti) rimasto nella cittadina, che, sul luogo dell'ultimo della nuova serie di omicidi, rinviene una vecchia foto del piccolo Georgie. Gli altri sei fortunati nel frattempo hanno avuto destini diversi, tutti al di fuori di Derry: Bill (Richard Thomas) ha perso la sua balbuzie ed ora è un acclamato scrittore di romanzi dell'orrore, sposato con Audra (Olivia Hussey), una bellissima attrice; Richie (Harry Anderson) ha esaudito il suo sogno diventando un comico di successo; Beverly (Annette O'Toole) è una donna in carriera; Ben (John Ritter) è dimagrito ed è diventato un architetto, Eddie (Dennis Christopher) vive con la madre, mentre Stan (Richard Masur) vive una vita felice con sua moglie. Nessuno di loro ha avuto figli.
Mike richiama tutti perché rispettino l'antico patto e tornino a combattere il male. Tutti reagiscono con timore alla telefonata di Mike, ma alla fine decidono di tornare a Derry; tutti tranne Stan, che spaventato dalla notizia del ritorno di Pennywise si suicida tagliandosi le vene. Audra, insospettita dallo strano comportamento del marito e dalla sua improvvisa partenza, decide di raggiungerlo a Derry, ma verrà rapita da Pennywise che la porterà con sé nel sottosuolo dove era stato sconfitto dai ragazzi anni prima. It, per aggravare ancora di più la situazione, si reca nel Manicomio di Derry dove è richiuso Henry Bowers, uno dei bulli che maltrattavano i sette fortunati. It, sottoforma del fetido cadavere del suo amico Belch, lo libera e uccide la guardia del manicomio. Henry si reca quindi nella casa di Mike e tenta di ucciderlo, ma Mike ne esce con qualche ferita profonda, mentre a morire è Henry stesso. I ragazzi torneranno nelle fogne e combatteranno contro It (adesso sottoforma di un mostruoso ragno gigante) e lo elimineranno una volta per tutte strappandogli il cuore. Nel combattimento morirà Eddie stritolato dalla morsa del ragno.

Epilogo
Dopo aver sconfitto definitivamente il mostro, i "sette fortunati" saranno finalmemente liberi; alcuni di loro torneranno alla loro vecchia vita, mentre altri ne cominceranno una nuova:
Mike: stanco del suo mediocre lavoro da bibliotecario a Derry, deciderà di lasciare la cittadina e incominciare una nuova vita.
Richie: sarà il protagonista di un film comico.
Ben e Beverly: si sposeranno dopo che Ben dichiarerà alla donna i sentimenti che fin dall'adolescenza lo legano a lei. Avranno un figlio.
Eddie: rimarrà ucciso durante l'ultimo scontro con Pennywise, per salvare gli amici. Richie si ispirerà a lui per interpretare il personaggio del suo film.
Bill e Audra: torneranno alla loro consuetudine cercando di combattere il forte shock subito dalla donna durante il rapimento da parte del mostro.

Produzione

La miniserie fu girata a New Westminster, nella provincia canadese della Columbia Britannica. Un ex cinema realmente esistito a New Westminster, il Paramount, appare in diverse scene della miniserie, compresa una in cui i giovani Perdenti vanno a uno matinée del sabato e una scena in cui il Richie adulto guida davanti al teatro e vede un inquietante segnale di It sulla pensilina. Nella realtà, il cinema Paramount di New Westminster ha interrotto le proiezioni nel 1983 e funziona ora come strip club.
Nel corso del casting, Rozz Williams della band gothic-rock Christian Death svolse un provino per la parte di Pennywise, nutrendo tali ambizioni da presentarsi con un costume confezionato in proprio. Tuttavia, la decisione finale di Wallace premiò l'audizione di Tim Curry considerandola di migliore qualità. Lo spezzone del provino di Williams, nel quale veniva recitato un dialogo di Pennywise tratto da una delle scene più sessualmente esplicite del romanzo, è abbondantemente circolato tra i fans dei Christian Death, alimentando la leggenda metropolitana di una "versione alternativa" del film con Rozz nel ruolo di Pennywise e il ripristino di molte scene originali del libro, censurate dalla miniserie "ufficiale".
Il trucco di Pennywise è stato cambiato più volte durante le riprese, tanto che ci sono locandine in cui esso ha espressioni diverse da quelle del film.

Critica

It si è classificato al primo posto, seguito da X-files, nel sondaggio indetto nel 2004 dal magazine Radio Times per i programmi più spaventosi mandati in onda nella televisione americana. La top ten includeva inoltre I segreti di Twin Peaks.
La critica più diffusa al film consiste nella scarsa fedeltà al romanzo di Stephen King, dovuta, oltre all'evidente necessità di non estendere eccessivamente il metraggio della miniserie, a ragioni legate alla censura di temi particolarmente inadeguati a un pubblico televisivo (tematiche sessuali innanzitutto) nonché a precisi limitazioni di budget da parte della produzione. Particolarmente apprezzata dal pubblico è stata invece l'interpretazione di Tim Curry, capace di coniugare comicità ed effetti terrorizzanti. La maggior parte dei critici concordano inoltre nel ritenere la prima parte del film, incentrata sul primo incontro dei bambini con Pennywise, di molto superiore alla seconda, quando i ragazzi, ormai adulti, tornano a Derry per sfidarlo.
Nel suo romanzo del 2008 Maschio adulto solitario, ambientato a Taranto, lo scrittore Cosimo Argentina soprannomina scherzosamente "It" uno dei personaggi del libro, descrivendone la somiglianza con il Pennywise interpretato da Tim Curry nel film; nelle stesse pagine, l'autore allude al caso del pluriomicida statunitense John Wayne Gacy come fonte d'ispirazione per il romanzo di King.

Cast

L'attore che interpreta il clown malvagio Pennywise è Tim Curry, già noto negli anni settanta per aver interpretato il ruolo di Frank-N-Furter in The Rocky Horror Picture Show. Jonathan Brandis, interprete del giovane William Denbrough, si è suicidato nel novembre 2003 a soli ventisette anni; un paio di mesi prima, nel settembre 2003, John Ritter, interprete adulto di Benjamin Hanscom, è morto per collasso cardiocircolatorio.
Vari membri del cast hanno affermato che l'interpretazione di Pennywise da parte di Tim Curry era così realistica e inquietante che, durante le riprese, in molti si spaventavano per davvero ogni qualvolta l'attore era presente sul set.

L'ACCHIAPPASOGNI
dreamcatcher
L'acchiappasogni (Dreamcatcher) è un film del 2003 diretto da Lawrence Kasdan, adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di Stephen King (2001).

Titolo originale Dreamcatcher
Lingua originale inglese
Paese USA, Canada
Anno 2003
Durata 136 min
Colore colori
Audio sonoro
Genere horror, fantascienza
Regia Lawrence Kasdan
Soggetto Stephen King
Sceneggiatura William Goldman, Lawrence Kasdan
Fotografia John Seale
Montaggio Raúl Dávalos, Carol Littleton
Effetti speciali Industrial Light & Magic
Musiche James Newton Howard
Scenografia Jon Hutman
Interpreti e personaggi
Thomas Jane: Dr. Henry Devlin
Jason Lee: Joe "Beaver" Clarenden
Damian Lewis: Gary "Jonesy" Jones
Timothy Olyphant: Pete Moore
Morgan Freeman: Col. Abraham Curtis
Tom Sizemore: Ten. Owen Underhill
Donnie Wahlberg: Douglas "Duddits" Cavell
Doppiatori italiani
Renato Mori: Morgan Freeman
Riccardo Rossi: Thomas Jane
Roberto Gammino: Jason Lee
Sandro Acerbo: Damian Lewis
Oreste Baldini: Timothy Olyphant
Antonio Sanna: Tom Sizemore

Slogan promozionali

«Four friends hung a dreamcatcher in their cabin. It's about to catch something it cannot stop.»
«A circle of friendship. A web of mystery. A pattern of fear.»
«Catch The Nightmare.»
«Evil Slips Through»
«Unforgivable»
«Il male è riuscito a passare.»
«La fine ha inizio.»

Christine, la macchina infernale
locandina
Christine, la macchina infernale (Christine) è un film del 1983, diretto da John Carpenter. Esso è basato sull'omonimo romanzo di Stephen King.

Titolo originale Christine
Paese USA
Anno 1983
Durata 110 min
Colore colore
Audio sonoro
Genere horror
Regia John Carpenter
Soggetto Stephen King
Sceneggiatura Bill Phillips
Produttore Larry Franco, Richard Kobritz
Fotografia Donald M. Morgan
Montaggio Marion Rothman
Effetti speciali Roy Arbogast
Musiche John Carpenter, Alan Howarth
Scenografia Daniel A. Lomino
Interpreti e personaggi
Keith Gordon: Arnie Cunningham
John Stockwell: Dennis Guilder
Alexandra Paul: Leigh Cabot
Robert Prosky: Will Darnell
Harry Dean Stanton: Rudolph Junkins
Christine Belford: Regina Cunningham
Roberts Blossom: George LeBay
William Ostrander: Buddy Repperton
David Spielberg: signor Casey
Malcolm Danare: Moochie Welch
Steven Tash: Richard Trelawney
Stuart Charno: Don Vandenberg
Kelly Preston: Roseanne
Marc Poppel: Chuck
Robert Darnell: Michael Cunningham

Trama

Detroit, 1957. In una fabbrica di automobili, nella catena di montaggio, un operaio che sta curando la messa a punto di una Plymouth si rompe tutte le dita di una mano, schiacciate dal cofano dell'auto. Poco dopo, un altro meccanico si siede nell'auto e fa cadere la cenere del proprio sigaro sul sedile, rovinandolo: l'auto "si infuria" e uccide misteriosamente l'uomo all'interno dell'abitacolo. Rockbridge, California, 12 settembre 1978. L'imbranato Arnie Cunningham e il suo migliore amico Dennis Guilder si recano a scuola per il primo giorno di scuola: l'anno si prospetta già male; a Dennis va buca con una ragazza e Arnie viene picchiato da tre bulli, capeggiati da Buddy, che, venendo poi espulsi, gli giurano di fargliela pagare. Sulla via del ritorno a casa, Arnie si ferma nella proprietà di un vecchio contadino, incantato da una vecchissima ed assai malmessa Plymouth Fury del '57. Arnie - nonostante sia sconsigliato fortemente dall'amico Dennis - acquista l'auto e inizia ad atteggiarsi in modo strano: dedica tutte le attenzioni al suo nuovo veicolo e litiga addirittura con i suoi genitori pur di tenerlo, cosa che non avrebbe mai fatto prima. Sebbene l'auto sia distrutta, Arnie si reca presso un autosalone fai-da-te dove il burbero gestore Darnell gli permette di riciclare pezzi di ferrivecchi per riparare Christine, la sua auto.
Qualche giorno dopo, Christine inizia a dare strani segni di "vita". Dennis, che aveva tentato di dissuadere Arnie dal comprarla, mentre gioca a football, subisce un grave colpo alla colonna vertebrale proprio nel momento in cui guarda l'auto, cosa questa che lo costringerà a letto per un bel po'. Una sera, mentre è al drive-in, la ragazza di Arnie, Leigh rischia di morire soffocata dal panino che stava mangiando, spaventata dall'improvvisa accensione della radio di Christine, mentre una fortissima luce si accende nell'abitacolo e la sicura delle portiere scatta da sola.

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Una Plymouth Belvedere del '57, che "interpreta" Christine

La ragazza inizia a diffidare dell'auto e - informatasi con Dennis all'ospedale - scopre che il vecchio padrone di Christine è morto suicida all'interno, cosí come precedentemente accadde alla moglie, rimasta sconvolta dopo la morte della figlia, soffocata (guarda caso) sul sedile di Christine dal panino che stava mangiando. Una sera, Buddy, Richard e Moochie Welsh - i tre bulli della lite iniziale - si recano al garage di Christine e la distruggono, spaccando i vetri, ammaccando tutta la carrozzeria, prendendo a sprangate il motore e infine defecando sul cruscotto. Scoperto il tremendo gesto, Arnie se la prende con la sua ragazza, con i suoi genitori e si chiude nel garage nel patetico tentativo di riparare Christine, che però si "autorigenera" diventando più bella di prima. Dopo questo, l'auto prende definitivamente vita e si mette sulle tracce dei bulli che l'hanno sfasciata: la prima vittima è Moochie Welch, che Christine uccide sfracellandolo contro un muro di cemento. Qualche giorno dopo, anche gli altri bulli vengono uccisi dalla macchina, che fa anche esplodere una stazione di servizio. Nell'esplosione l'auto prende fuoco e torna, completamente carbonizzata, all'officina fai-da-te. Qui Darnell si incuriosisce, entra dentro l'auto e finisce ucciso dal sedile anteriore che lo schiaccia contro il cruscotto, soffocandolo. A questo punto, l'auto attira l'attenzione del detective della polizia Rudolph Junkins, determinato a scoprire la verità eventualmente anche a costo della vita. Inoltre, c'è da notare che la macchina, che durante i suoi raid "punitivi" ne esce sempre enormemente danneggiata, sistematicamente si "autorigenera" ogni volta.
Alla fine, dopo una "sfida" nel garage ormai abbandonato dove Arnie, diventato totalmente ed irrecuperabilmente folle, perderà la vita, Christine viene distrutta da Dennis con una ruspa, per poi essere schiacciata in una pressa di uno sfasciacarrozze alla presenza di Dennis, Leigh e Junkins ma mentre la scena si chiude su ciò che rimane di Christine si vede un pezzetto della griglia anteriore muoversi ad indicare che alla fine la macchina non è morta per davvero.

Slogan promozionali

«Aveva qualcosa di sinistro. Era nata in un'oscura catena di montaggio. Christine. Una diabolica Plymouth Fury del '58. Aveva preso il controllo del suo giovane padrone, Arnie e il suo precedente proprietario non era più in vita per avvertirlo. Ora punta sull'unica persona che intralcia il suo cammino, Leigh, la ragazza di Arnie. L'altra donna».

Produzione

Nonostante nel film l'auto debba essere una Plymouth Fury, viene interpretata per la maggior parte del tempo da una Plymouth Belvedere poiché le Fury sono molto rare e perché la Belvedere era simile alla Fury.
Nei momenti di "attività" di Christine, l'autoradio suona alcune canzoni degli anni '50 con lo scopo di prendere in giro le proprie vittime in modo "sarcastico";ad esempio quando Dennis tenta di aprire la portiera alla rimessa di Darnell parte la canzone Keep a Knockin' di Little Richard che letteralmente significa "continua a bussare" (di fatto il testo dice: Keep a knockin' but you can't come in, come back tomorrow night and try it again; cioè continua a bussare ma non puoi entrare, ritorna domani notte e provaci ancora).
Negli anni '90, i Panhandle Alks, un gruppo rockabilly tedesco, fecero una canzone dal titolo "Christine", il cui testo non lasciava dubbi: "Plymouth Fury bianca e rossa... il Rock'n'Roll era la via ma tu eri la morte..."


SHINING
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Shining è un film horror del 1980 diretto da Stanley Kubrick, basato sul romanzo omonimo di Stephen King.
Shining (The Shining, tradotto fedelmente suonerebbe come "Il luccichìo" o "La luccicanza". Quest'ultima traduzione è quella scelta per il doppiaggio italiano) rappresenta una tappa dell'itinerario di attraversamento-appropriazione-sfondamento dei generi operata da Kubrick nel corso della sua carriera.
Nel romanzo omonimo da cui il film è tratto, Stephen King rielabora in chiave thriller il topos caro alla letteratura di fantasmi della casa infestata, trasformandola in albergo e mettendola in rapporto con gli avvenimenti soprannaturali che vi si verificano e che hanno per protagonisti un nucleo famigliare composto da una coppia e dal loro unico figlio dotato di poteri paranormali.

Titolo originale The Shining
Paese USA, Regno Unito
Anno 1980
Durata 146 min (prima versione, accorciata di 3 minuti da Kubrick dopo una settimana di proiezioni in Nord America)
143 min (seconda versione, distribuita in Nord America e resto del mondo, Europa esclusa)
119 min (versione europea)
Colore colore
Audio sonoro
Rapporto 1,85:1 (USA)
1,66:1 (Europa)
1,37:1
Genere horror, thriller
Regia Stanley Kubrick
Soggetto Stephen King (romanzo)
Sceneggiatura Stanley Kubrick, Diane Johnson
Produttore Stanley Kubrick
Fotografia John Alcott
Montaggio Ray Lovejoy
Musiche Wendy Carlos e Rachel Elkind, Bela Bartok, Krzysztof Penderecki, Gyorgy Ligeti
Scenografia Roy Walker
Interpreti e personaggi
Shelley Duvall: Wendy Torrance
Jack Nicholson: Jack Torrance
Danny Lloyd: Danny Torrance
Scatman Crothers: Mr. Dick Halloran
Barry Nelson: Stuart Ullman
Philip Stone: Mr. Delbert Grady
Joe Turkel: Lloyd
Tony Burton: Larry Durkin
Barry Dennen: Bill Watson
Anne Jackson: Doctor
Doppiatori italiani
Livia Giampalmo: Wendy Torrance
Davide Lepore: Danny Torrance
Giancarlo Giannini: Jack Torrance
Marcello Tusco: Dick Halloran
Pietro Biondi: Stuart Ullman
Gianni Bonagura: Delbert Grady
Roberto Herlitzka: Lloyd

Trama

« "All work and no play makes Jack a dull boy" ("Lavorare soltanto e non giocare rende Jack un ragazzo annoiato") »
(La frase scritta ripetutamente in modo ossessivo da Jack Torrance durante la stesura del romanzo.)
« Il mattino ha l'oro in bocca. »
(Proverbio che Jack Torrance scrive ossessivamente nel suo romanzo nella versione italiana.)
Jack Torrance (Jack Nicholson), scrittore fallito, insegnante disoccupato e con un problema di alcolismo accetta il lavoro di guardiano invernale in un enorme hotel in Colorado, l'Overlook, sperduto tra innumerevoli montagne e distante ore di viaggio da qualunque centro abitato. Nel loro colloquio, il direttore dell'albergo Stuart Ullman, sostiene che il lavoro non è pesante ma riserva difficoltà d'adattamento dovendo rimanere isolati cinque mesi a causa della neve: dieci anni prima, infatti, un altro incaricato di nome Delbert Grady, durante la lunga permanenza con la moglie e le figlie, fu colpito da un fortissimo esaurimento nervoso perdendo il lume della ragione e sterminò l'intera famiglia con un'ascia. Jack quasi divertito sostiene che questo non è un tipo di situazioni che potrebbero capitargli facilmente; e al termine della stagione di apertura, si trasferisce con la moglie Wendy (Shelley Duvall) e il figlio Danny.
Danny, figlioletto di Jack ha doti telepatiche, subito notate dal cuoco afro-americano Mr. Halloran, il quale gli rivela di essere anch'egli in possesso della cosiddetta "luccicanza" (shining), ovvero una sorta di potere tramite il quale le persone possono prevedere eventi futuri, rivivere quelli passati e comunicare tra loro. L'uomo confida a Danny che vivendo nell'albergo gli potrà capitare di vedere alcuni dei fatti di sangue che vi sono accaduti, ma non dovrà averne paura perché non sono immagini reali. Gli raccomanda tuttavia di non avvicinarsi assolutamente alla camera 237, senza però aggiungere altro.
Passano i giorni e presto la neve rende le strade impraticabili. Nell'albergo deserto, Jack passa le giornate a scrivere il suo romanzo, Wendy a fare i lavori "domestici" e Danny a fare infiniti giri nell'hotel con il suo triciclo. Jack è in crisi creativa divenendo ombroso, irascibile. Danny comincia ad avere inquietanti visioni: incontra le due figlie assassinate dieci anni prima da Mr. Grady, vede fiumi di sangue uscire dall'ascensore e invadere i corridoi ma riesce fortunatamente a dominare la paura ed a smascherare le false presenze.
Jack intanto viene pienamente coinvolto nei fenomeni inquietanti e senza alcun indugio inizia a dialogare con un'impossibile barista dell'hotel degli anni venti, Lloyd (Joe Turkel), discutendo dei suoi problemi con l'alcool e con il figlio Danny, al quale, anni prima, aveva spezzato un braccio in un momento di follia.
Danny trova la camera 237, attirato da una chiave dalla targhetta dondolante. Appena entratovi esce subito per poi ricomparire davanti ai genitori fortemente provato, con delle ecchimosi sul collo. Wendy dapprima incolpa il marito ma poi, avendo ascoltato il bambino, comincia a sospettare che vi sia qualcuno. Jack si reca nella camera 237 ed ha una piacevole sorpresa, quella di una giovane avvenente uscire dalla doccia per poi trasformarsi in un ridente cadavere di donna anziana che lo mette in fuga. Nonostante lo spavento terribile l'uomo preferisce non dire niente a Wendy.
Jack si sente improvvisamente minacciato dalla famiglia, cominciando a ritenerla causa di ogni suo fallimento. Girovagando per l'hotel incontra il fantasma di Mr. Grady che gli consiglia di emularlo e gli confida dell'imminente arrivo di Mr. Halloran, in vacanza in Florida ma telepaticamente allertato da Danny. Wendy nel frattempo non ha più dubbi sull'insania di Jack, trovando i dattiloscritti recanti una frase ripetuta all'infinito: "Lavorare soltanto e non giocare rende Jack un ragazzo annoiato" ("Il mattino ha l'oro in bocca" nella versione italiana). Terrorizzata al termine di un violento dialogo, Wendy ferisce Jack con una mazza da baseball per poi rinchiuderlo in una dispensa della cucina. La donna trova la radio ed il "gatto delle nevi" sabotati.
Jack viene liberato dai fantasmi e si impossessa della stessa ascia "usata" da Grady dieci anni prima, con la quale cerca di raggiungere la moglie e il figlio, che si sono barricati nella stanza da bagno; inizia a sfondare la porta a colpi d'ascia mentre Wendy riesce a far fuggire il figlio attraverso la stretta finestrella, dalla quale lei non può passare. In una scena divenuta memorabile ed emblema del film, un Jack dallo sguardo demoniaco, riesce a sfondare uno dei pannelli della porta e infila dentro il braccio per aprire la porta ma Wendy lo ferisce alla mano con un coltello da cucina.
L'arrivo di Mr. Halloran con un suo gatto delle nevi distrae Jack ma, appena entrato, il cuoco viene assassinato dal folle con un colpo d'ascia al petto. Danny si guadagna un nascondiglio dapprima nelle cucine e poi fugge all'esterno avventurandosi nel labirinto di siepi dei giardini dell'hotel, posto che il bambino ha imparato a percorrere. Jack vi si perde, in quanto suo figlio cancella le proprie orme. La mattina dopo l'uomo è un cadavere congelato, con ancora lo sguardo demoniaco ed in mano la scure. Wendy e Danny si sono già messi in salvo con il mezzo di Halloran.
Carrellata su una foto d'epoca scattata nel gala del 4 Luglio del 1921, dove tra gli astanti in abito da sera compare un Jack Torrance dal ghigno inquietante.

Il tempo
Il film si compone di varie unità narrative temporalmente distinte , ciascuna individuata da un titolo: Il colloquio, Chiusura invernale, Un mese dopo, Martedì, Sabato, Lunedì, Mercoledì, ore 16; nella versione americana si aggiungono anche Giovedì (tra Martedì e Sabato) e ore 8 (posto invece fra Mercoledì e ore 16). [senza fonte] Seppure l'impianto di Shining sia tradizionale nel suo rispetto per una costruzione cronologica degli avvenimenti, come ci informano le varie didascalie che scandiscono temporalmente lo svolgersi di ciò che accade, esso opta per una presentazione in cui è il concetto stesso di tempo (cronologico, cronometrico) che viene messo in discussione[senza fonte]. Sono proprio le didascalie, che procedendo per salti improvvisi, dai mesi ai giorni, dai giorni alle ore, orientano il tempo verso quella progressiva riduzione che lo conduce al collasso, rappresentato dalla fotografia in bianco e nero di un ballo del 1921 tra i cui partecipanti c'è anche, impossibilmente, Jack Torrance. È il finale sorprendente del film che introduce la nozione di una circolarità temporale senza fine e senza principio, già in qualche modo sperimentata da Kubrick in 2001 Odissea nello spazio, attraverso la quale viene retrospettivamente sgretolata quella struttura teleologica della narrazione che le didascalie si erano già incaricate di minare[senza fonte]. Lo spettatore si viene così a trovare inevitabilmente spossessato della meta cui l'inizio avrebbe dovuto condurlo[senza fonte]. Come ha scritto Sergio Bassetti, "Smarrito nel non-luogo kubrickiano, lo spettatore si scopre incapace di tracciare una mappa coerente e attendibile, in grado di accogliere e armonizzare tutti i dati raccolti nel tragitto filmico: troppe le dissonanze cognitive, i polisenso, le tessere logiche mancanti, i paradossi (ir)razionali". L'unico legame tra le scene che risulta palesemente sottolineato è la presenza del colore rosso, che sembra occupare quasi ogni scena.

Lo spazio, la luce e i colori
La rappresentazione dello spazio in Shining è di particolare interesse: ogni qualvolta l'azione si svolge internamente all'hotel, lo spazio è labirintico, prospetticamente concluso, definito da precisi limiti geometrici, mentre nelle rare riprese in esterni gli unici confini sono quelli dell'orizzonte e delle vicine montagne. In entrambi gli ambienti l'uomo si perde, diventa cosa piccola e insignificante a confronto con la maestosità del paesaggio o con l'imponenza dell'albergo, ed è come dominato, soggiogato dallo spazio. Questo aspetto viene abilmente sottolineato da Kubrick mediante la ripresa dall'alto con veduta panoramica volta a rendere il carattere estremamente selvaggio dei luoghi che circondano l'albergo[senza fonte]. Del resto l'immagine del labirinto di siepi dell'albergo, più volte inquadrato anche dall'alto, la stessa struttura interna dell'albergo che richiama l'idea di un labirinto, rimandano, come dichiarò lo stesso Kubrick, al labirinto mentale nel quale progressivamente si perde il protagonista[1].
La simmetria, l'eco, il doppio, lo specchio ritornano continuamente nel film: per esempio la parola REDRUM che Danny scrive sulla porta in uno stato di trance significa al contempo MURDER, cioè "assassinio" scritto alla rovescia, ma anche "Red Room", cioè la stanza con il sangue.
Se facciamo eccezione per le poche scene che si svolgono in esterni, la maggior parte del film è girato in interni o di notte e quindi con luce artificiale al neon, fredda e impersonale. Ne deriva una continua sensazione di disagio, di claustrofobia, di nostalgia del sole.[senza fonte] Oltre a ciò frequenti sono le scene in cui la luce illumina i soggetti o dal di sotto o da dietro, di volta in volta accentuando gli aspetti diabolici del volto di Jack Nicholson, o semplicemente accecando, disorientando lo spettatore.[senza fonte]
Anche i colori hanno nel film un ruolo ben preciso; l'effetto prodotto è sempre quello di una sgradevolezza di fondo, di una sostanziale inaccoglienza dello spazio, che a volte si esprime con una sensazione di malessere e di inadeguatezza.[senza fonte] Vi è un frequente uso del bianco in taluni ambienti, per accentuare il senso di vuoto e di solitudine[1]; altre volte, come nel caso del bagno rosso, nell'impressione che l'ambiente sia come in grado di esercitare un pressante condizionamento psicologico sui suoi occupanti.

Tecniche di regia
Come di consueto per Kubrick, per la pellicola vennero studiate ed impiegate delle notevoli innovazioni tecnologiche, a partire dalla macchina da presa: la steadycam che permette movimenti veloci senza sobbalzi imprevisti, già utilizzata precedentemente nei film "Questa terra è la mia terra", "Rocky"", "Il maratoneta" e "Halloween, la notte delle streghe", qui adoperata al massimo della sua potenzialità dal suo stesso inventore, Garrett Brown. Per la maggior parte del film la macchina da presa segue gli spostamenti degli attori precedendoli o seguendoli a breve distanza, accentuando il carattere labirintico degli ambienti chiusi[senza fonte] e dei lunghi corridoi dell'albergo. Ogni volta che Kubrick intende creare un particolare stato di attesa o di suspense la macchina da presa si avvicina progressivamente e lentamente verso il soggetto che rimane fermo.[senza fonte]
Una tecnica di montaggio molto particolare è quella utilizzata per rappresentare le visioni di Danny. In genere, dopo un primo piano di Danny, appare la visione vera e propria, che è realizzata interrompendo bruscamente un'immagine di fondo con un'altra che in genere è di fortissimo impatto emotivo (vedi scene di sangue)

Versioni

Esistono varie versioni di Shining. Dopo la première e una settimana di proiezioni (che duravano 146 minuti), Kubrick tagliò una scena del finale, ambientata in un ospedale. La scena vede Wendy in un letto che parla con Mr. Ullmann, l'uomo che assunse Jack all'inizio del film, che le dice che la polizia non riesce a trovare il corpo di suo marito da nessuna parte nell'hotel. Il direttore dell'hotel si avvicina al bambino nel letto d'ospedale e gli dà una palla da tennis identica a quella che Danny si vide lanciare sul pavimento dell'albergo dalla stanza 237. Infine viene mostrata la fotografia con Jack. Questa scena fu successivamente tagliata fisicamente e rispedita indietro allo studio di produzione su ordine della Warner Bros. Questo limitò il film a 143 minuti, la versione disponibile in Nord America e nel resto del mondo, Europa esclusa.
La versione europea dura infatti 119 minuti. Kubrick tagliò personalmente 24 minuti dal film. Quello che segue è l'elenco delle parti che Kubrick ha rimosso dalla versione internazionale, ma che è tuttora possibile visionare nella versione USA-Canada:
L'ultima battuta pronunciata da Wendy a Danny nella cucina, la dissolvenza sull'ufficio di Ullman, l'incontro con Watson, un po' di dialogo.
La visita della dottoressa dopo la visione di sangue, il dialogo tra la dottoressa e Wendy.
La sequenza in cui Ullman e Watson mostrano ai Torrance la Sala Colorado è più lunga.
La sequenza in cui Ullman e Watson mostrano ai Torrance la loro camera continua, seguita da dissolvenza sui quattro che camminano davanti al labirinto, un po' di dialogo sul labirinto stesso.
La visita alla Cold room, l'incontro col Halloran, la dissolvenza su Wendy, Danny e Halloran nelle cucine, alcune battute di dialogo tra la donna e il cuoco.
Parti di dialogo tra Halloran e Danny da soli.
Wendy porta il carrello attraverso la hall.
La seconda parte di dialogo tra Jack e Wendy durante la colazione.
Un'inquadratura di spalle di Jack che tira la pallina, dissolvenza su Wendy e Danny all'esterno parte del loro dialogo.
Wendy prepara da mangiare in cucina.
Jack, dopo aver allontanato Wendy dalla Sala Colorado ricarica la macchina, batte qualche pulsante; didascalia "Giovedì", parte della rincorsa di Wendy e Danny nella neve.
Wendy e Danny nella Sala Colorado guardano la TV, Danny chiede se può andare in camera, dissolvenza su Danny che apre la porta del loro appartamento.
Parte del dialogo tra Jack e Lloyd al loro primo incontro.
Parte del dialogo con Wendy dopo l'incontro con la donna nella 237.
Wendy parla da sola, Danny va in trance ripetendo la parola "redrum", Wendy gli parla; dissolvenza su Jack che va verso l'ufficio di Ullman per spegnere la radio.
Dopo aver levato un pezzo dalla radio, Jack ne leva altri due; dissolvenza su Halloran che parla nuovamente col Ranger, didascalia "8 a.m.".
La sequenza sull'aeroplano continua con Halloran che parla con l'hostess;
Inquadratura di Jack di spalle che batte a macchina.
Dissolvenza sull'aereo che atterra; dissolvenza sull'esterno di "Durkin's"; stacco sull'interno di Durkin's con Larry che va verso il telefono e parla con Halloran (che viene inquadrato).
Wendy e Danny guardano Beep beep in televisione; breve dialogo tra loro; Wendy prende la mazza; dissolvenza su Wendy nella Sala Colorado.
Mentre Jack insegue Danny nel labirinto, Wendy vede degli scheletri nella hall dell'albergo, improvvisamente buio.
Una inquadratura di Jack nel labirinto, indeciso su dove andare.

Puzzle incompleto

Il rompicapo senza soluzione in cui finisce (si arena) Shining lo riconduce tutt'intero alla sua ininterpretabilità, ne ripresenta allo spettatore la fisionomia onirica di immenso puzzle lacunoso, dove i pezzi sono assemblabili secondo diverse possibili configurazioni, ma dove nessuna di esse è quella definitiva, la più giusta, quella vera.[senza fonte] Come un sogno che nel suo svolgersi presenta al sognatore una molteplice compressione di segni che a loro volta ne proliferano altri, esso si offre interamente alla propria vertigine, al gioco "inesauribile" dei suoi testi e sottotesti, alla legittimità e parzialità delle molteplici interpretazioni su di essi.[senza fonte] In questo senso, il film tematizza esplicitamente, attraverso l'uso del genere assunto (l'horror), il nucleo stesso della poetica kubrickiana.[senza fonte] Se infatti, come sostiene Cvetan Todorov, "Il fantastico è un caso particolare della categoria più generale della 'visione ambigua', Shining, facendo del fantastico l'orizzonte dentro al quale si generano i fatti mostrati, fa dell'ambiguità della visione lo specifico stesso del film."[senza fonte]
Secondo la suggestiva interpretazione di Sergio Bassetti[senza fonte], la strategia di disarticolazione diegetica che informa il film sul piano del racconto, investirebbe anche le scelte formali adottate da Kubrick sul piano della struttura filmica. Ci sarebbe dunque una vera e propria intenzionalità nel costellare Shining di una serie di pecche o sviste la cui evidenza appare troppo appariscente per essere casuale, soprattutto nel caso di un autore così ipertroficamente pignolo e attento quale Kubrick.
"Al di là di qualche giustificabile smagliatura della continuità, si ha l'impressione che il film presenti, benché tra le righe, liminalmente, un campionario di inesattezze e incongruenze significative, il cui numero e la cui evidenza sono tali, che vien fatto di pensare, a esse non può non essere delegata una intentio auctoris, o meglio un ben preciso disegno concettuale". Tra queste numerose incongruenze, segnaliamo l'ombra dell'elicottero proiettata su una parete della montagna durante il tragitto di Jack Torrance verso l'Overlook, "Macchine da scrivere che cambiano colore; porte i cui cardini di battuta cambiano di lato tra un'inquadratura e l'altra, altre porte, sfondate a metà da colpi d'ascia, che dopo uno stacco si rivelano ugualmente devastate anche sul pannello adiacente, posizioni di attori che si modificano sensibilmente dopo stacchi tra inquadrature consecutive..".

Differenze con il romanzo

La camera protagonista del libro è la 217, e non la 237.
Anche la morte di Jack Torrance è differente, nel libro è causata dallo scoppio della caldaia, nel film Jack nell'intento di uccidere Danny, si perde nel labirinto dell'Overlook Hotel morendo assiderato: infatti nel libro l'hotel viene distrutto dall'esplosione della caldaia e dal conseguente incendio, nel film non accade nulla di tutto questo.
Nel libro, Wendy è bionda, mentre nel film è mora. Inoltre, Jack e Wendy sono considerevolmente più giovani nello scritto: Jack, come si apprende leggendo, ha soli 30 anni, mentre nel film l'attore Jack Nicholson ne ha 43.
Nel libro ci sono molti più personaggi. Tanto per citarne alcuni: Al Shockeley, amico e collega di Jack che ha trovato il lavoro all'Overlook parlando con Ullman e che passava molte notti col parente a bere, il dottor Bill Edwards, lo studente picchiato da Jack quando gli aveva bucato le gomme della macchina, i due fantasmi gay Harry e Roger (che nel libro appaiono per molto tempo mentre nel film si vedono in una sola apparizione), la guardia Howard ecc.
Nel libro Ullman è un cinico direttore che pensa solo al lavoro e che si liscia i suoi superiori, guadagnandosi la loro stima, e l'odio dei suoi sottoposti. Nel film Ullman è simpatico e cordiale.
Nel libro, Jack impugna una mazza da roque per attaccare i suoi familiari, mentre nel film ha un'ascia: infatti, Hallorann, quando viene colpito da Jack, nel libro sopravvive, mentre nella pellicola muore.
Kubrick nel film ha completamente tralasciato le siepi a forma di animali, le quali si animano durante la notte e attaccano Halloran, Danny e Wendy, in quanto troppo difficili da fare: optò invece per un labirinto di siepi.

Musica

La colonna sonora e il sound design del film è il frutto di un variegato mosaico. Da Wendy (Walter) Carlos a Rachel Elkind (già collaboratrici di Kubrick per Arancia Meccanica), a Béla Bartók (Musica per archi, percussioni e celesta), Gyorgy Ligeti, Krzysztof Penderecki, insieme a vari motivi ballabili degli anni '20 e '30. Ecco tutte le musiche del film qui sotto:
Sogno di una notte di sabba, in "Sinfonia fantastica" op. 14 di Hector Berlioz (sui titoli in apertura della pellicola)
The Shining Main Theme, di Wendy (Walter) Carlos e Rachel Elkind
Rocky Mountains, di Wendy (Walter) Carlos e Rachel Elkind
Lontano di György Ligeti, Ernest Bour con la Sinfonie Orchester des Südwestfunks (Wergo Records)
Musica per archi, percussioni e celesta (III movimento), di Béla Bartók, Herbert von Karajan con la Philharmonia Orchestra (Deutsche Grammophon)
Jutrznia, talora indicato come "Utrenja", di Krzysztof Penderecki, Andrzej Markowski con la Symphony Orchestra Sinfonica della Radio Nazionale Polacca di Varsavia (Polskie Nagrania Records)
Il Risveglio di Giacobbe (Als Jakob Erwacht), De Natura Sonoris No.1, De Natura Sonoris No. 2, di Krzysztof Penderecki, Orchestra Sinfonica della Radio Nazionale Polacca (EMI)
Kanon per 52 archi e nastro magnetico, di Krzysztof Penderecki
Midnight, with the Stars and You di Jimmy Campbell, Reginald Connelly e Harry Woods cantata da Ray Noble Band con Al Bowlly (non inclusa nell'album della colonna sonora)
Home di Henry Hall e i Gleneagles Hotel Band (Columbia Records)
Masquerade, eseguita da Jack Hilton e la sua Orchestra
It's All Forgotten Now, eseguita dalla Ray Noble Orchestra con Al Bowlly
Si tenga presente che le musiche di Bartok, Ligeti e Penderecki non sono utilizzate integralmente, e talora sono alterate rispetto alle registrazione originarie. Le edizioni del film in dvd pubblicate dal 2001 in poi contengono un audio remissato a 6 canali (Dolby Digital 5.1) che non corrisponde a quello originale monofonico previsto da Kubrick (infatti sono presenti alcune lievi differenze).

Edizione estere

Kubrick si è occupato anche delle versioni del film distribuite nei paesi in cui esso sarebbe stato doppiato. La frase che Jack scrive ossessivamente sulla macchina da scrivere, nella versione originale del film, è il proverbio All work and no play makes Jack a dull boy. Kubrick ha però girato questa sequenza modificando la lingua del dattiloscritto in italiano, francese, spagnolo, tedesco, perché il film sarebbe stato doppiato in queste lingue nei rispettivi paesi. Nella seguente tabella sono riportate le frasi nelle diverse lingue e la traduzione in italiano.[3]
Lingua Frase Traduzione in italiano
Inglese All work and no play makes Jack a dull boy Solo lavoro e niente divertimento rendono Jack un ragazzo svogliato
Italiano Il mattino ha l'oro in bocca Il mattino ha l'oro in bocca
Tedesco Was Du heute kannst besorgen, das verschiebe nicht auf Morgen Non rimandare a domani quello che puoi fare oggi
Spagnolo No por mucho madrugar amanece más temprano Anche se ti alzi più presto, non farà giorno prima
Francese Un «Tiens» vaut mieux que deux «Tu l'auras» Un «Tieni» vale più di due «Avrai»
Anche le didascalie del film (inclusa quella sottostante la foto nel finale) sono state tradotte. Purtroppo, le edizioni DVD del film in tutto il mondo (distribuite dopo la morte del regista) contengono esclusivamente la versione originale inglese del dattiloscritto e delle didascalie, sacrificando le scelte di Kubrick.

Edizione italiana
L'edizione italiana del film è stata diretta da Mario Maldesi, storico direttore di doppiaggio dei film di Kubrick da Arancia meccanica in poi.
Il film è stato comunque doppiato in italiano nella versione integrale di 146 minuti.
Stanley Kubrick spedì una lettera di congratulazioni a Giancarlo Giannini, per l'ottimo lavoro svolto come doppiatore di Jack Nicholson.
Il personaggio di Shelley Duvall è doppiato dall'attrice e doppiatrice Livia Giampalmo che all'epoca del film era la moglie di Giancarlo Giannini il doppiatore di Jack Nicholson.

Influenza culturale

Il gruppo americano 30 Seconds to Mars ha preso spunto da The Shining per girare un loro video, The Kill, in cui compaiono molte scene rigirate con i componenti della band come protagonisti.
Il gruppo americano Slipknot ha dato il proprio tributo a questo film con il video musicale Spit it out.
CapaRezza cita la stanza 237 nella canzone Eroe (storia di Luigi delle Bicocche) del suo quarto album Le dimensioni del mio caos: "Vivo nella camera 237 / ma non farò la mia famiglia a fette".
Il gruppo rock cosentino Camera 237 prende il proprio nome dalla stanza 237 di Shining.
Nel fumetto Dylan Dog numero 30, La casa infestata, sono presenti continui riferimenti al film di Kubrick.
Esiste anche una versione del film Shining inscenata in uno Speciale di Halloween de I Simpson. A mandare in delirio Homer, però, sono la mancanza di birra e TV via cavo, e al posto dell'originale All work and no play makes Jack a dull boy, è presente la frase, scritta su tutti i muri dell'atrio, No tv and no beer make Homer go crazy.
Nell'episodio "L'ultima tentazione di Homer", presente nella quinta stagione de I Simpson, la frase sulla lavagna scritta da Bart durante la sigla iniziale è "All work and no play makes Bart a dull boy" ovvero "Troppo lavoro e niente divertimento rendono Bart un ragazzo noioso"
Il gruppo statunitense Mudvayne ha creato un singolo intitolato Dull Boy, inspirandosi alla frase appartenente alla versione americana del film: "All work and no play makes Jack a dull boy" appropriatamente modificata in "All work and no play makes me a dull boy".
Il gruppo italiano Beholder nel loro ultimo CD Lethal Injection dedica due canzoni a Shining. Il primo brano intitolato The Overlook Hotel è un intro al brano successivo, in cui si sentono le voci delle gemelle chiamare Danny. Nel secondo pezzo, intitolato Mr. Grady vi sono chiari riferimenti al film (vengono nominati Danny, Wendy, l'Overlook Hotel e Jack).
Il gruppo italiano Ranestrane ha realizzato nel 2008 l'opera Rock Shining Il cineconcerto, un doppio cd interamente ispirato al capolavoro di Kubrick, ogni canzone e brano musicale segue fedelmente il minutaggio del film ed è quindi possibile seguirlo (senza l'audio originale) facendo partire l'opera del gruppo: si avrà così una nuova prospettiva filmico-musicale del film.
Il fumettista giapponese Rei Hiroe creatore del manga Black Lagoon, ha creato due bambini killer gemelli di nome Hansel e Gretel: chi li vede li descrive come "Due ragazzini inquietanti, una roba tipo Shinning". Inoltre la bambina nel fumetto canta una canzone della colonna sonora del film, mentre il bambino uccide usando delle asce.
Nel settimo episodio della sesta stagione di Hercules, Iolao sfonda una porta con un forcone e sorride attraverso allo stesso modo di Jack.
In Il figlio di Chucky, Chucky sfonda una porta con un'ascia e guarda attraverso al buco sorridendo, come Jack in Shining.
In Dracula di Bram Stoker viene citata la scena in cui la hall dell'albergo viene inondata di sangue.
Rob Zombie, nel suo La casa del diavolo omaggia la celebre scena dell'inseguimento con l'ascia nella scena in cui lo sceriffo Wydell bracca Baby Firefly armato, per l'appunto, di un'accetta.
In "Alla ricerca di Nemo", lo squalo Bruto, dopo aver odorato il sangue di Dory, inizia un inseguimento per mangiarla attraverso il sommergibile. Dory e Marlin si rifugiano nel bocchettone di un siluro, e Bruto sfondando la porta del bocchettone sorride con sguardo spiritato esattamente come Jack nella famosissima scena e dice:' Sono quiiii!'
In Alan Wake ci sono continui riferimenti al film. Il più ovvio è quando Carl Sturky, il posseduto, dopo che Alan è riuscito a chiudere la porta dietro di se, la colpisce con l'ascia che tiene con se. Alan dirà subito dopo che sarebbe potuto spuntare da un momento all'altro con un'ascia in mano come Nicholson in Shining.

Curiosità
Nei primi minuti del film, quando Danny e la madre fanno colazione, è possibile sentire l'audio della televisione in sottofondo. Da qui si può udire un contraddistinto "beep beep", il verso più celebre del Road Runner, personaggio dei Looney Tunes.
Quando Stephen King vide il film, ne rimase contrariato, affermando che non era molto inerente al suo romanzo, da cui era tratto. Per tutta risposta, Kubrick affermò che il libro "non era poi un gran capolavoro".
Alcune scene scartate della sequenza di apertura del film sono state utilizzate a conclusione del film Blade Runner di Ridley Scott, sebbene esse siano presenti solamente nella prima versione con il lieto fine imposto dalla produzione[senza fonte]. Inoltre Joe Turkel, che nel film di Kubrick interpreta il barista Lloyd, nel film di Scott interpreta il presidente della Tyrell Corporation.
L'attore Philip Stone, qui nel ruolo di Mr. Grady, è interprete di altri due film di Kubrick: Arancia meccanica e Barry Lyndon.
L'immagine delle due gemelle, figlie e vittime di Mr. Grady, è ripresa da Identical Twins (1967): una foto di due giovani sorelle gemelle, una a fianco all'altra, vestite in velluto. Una delle foto più conosciute della fotografa Diane Arbus.
L'albergo che si vede nei campi lunghi esterni, il Timberline Lodge, si trova sul monte Hood in Oregon, mentre le scene interne sono state girate in Inghilterra. Per le scene girate negli interni l'albergo è stato ricostruito in studio, prendendo spunto dall'Ahwahnee Hotel in California.
La figlia di Stanley Kubrick, Vivian, girò il making of Making The Shining (1980), un documentario sulla lavorazione del film, commissionato dalla BBC, che mostra il lavoro di Kubrick dietro le quinte con attori e tecnici, con diverse interviste che spiegano le sue scelte stilistiche e tecniche.
Shining è stato eletto al 2º posto tra i migliori film horror della storia del cinema. Al 1º posto c'è Halloween, la notte delle streghe (1978) di John Carpenter, mentre al 3° c'è L'esorcista (1973) di William Friedkin.
L' Overlook Hotel volle cambiare il numero della camera 217, in cui si svolse l' omicidio delle due gemelle, per paura che il pubblico rimanesse impressionato non volendo più alloggiare in quella camera, così Kubrick nel suo film cambiò il numero della stanza in 237. Per contro, dopo l' uscita del film, molta gente chiese all' Overlook Hotel di poter alloggiare nella stanza 237, ma non furono accontentate, in quanto non esisteva una camera 237.[4]
Per la sequenza del ritrovamento dei dattiloscritti contenenti la famosa frase "All Work and No Play Makes Jack a Dull Boy" Kubrick non ha voluto fotocopie, neanche per le successive traduzioni nelle altre lingue, infatti furono tutti battuti a macchina uno ad uno. Inoltre, come si può notare dalle scene, sono presenti nei vari paragrafi diversi errori di battitura (sicuramente intenzionali) come l'inversione della lettera "y" con la "t".
La frase ossessiva del protagonista è diventata un libro. L'artista newyorkese Phil Buehler ha pubblicato quello che sarebbe il libro al quale lavora Jack Torrance, 80 pagine in cui la frase "All Work and No Play Makes Jack a Dull Boy" viene ripetuta ossessivamente. Le prime 10 pagine ricalcano le pagine visibili nel film, le restanti ipotizzano cosa e come avrebbe potuto scrivere Jack Torrence se avesse continuato il lavoro contemporaneamente alla sua discesa nella pazzia.

 
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